Volere è Volare

Siamo animali masochisti, questo stava pensando Emma guardando verso le nuvole, mentre una lacrima le scendeva lungo il viso. Siamo animali, figli dei nostri istinti, e siamo masochisti, vogliamo solo sopravvivere ed andare avanti: non vogliamo farlo bene, vogliamo solo vivere. E farci male, farcelo fare. E farlo. Amiamo fare male. 
Il volo andava avanti da poco più di un'ora e i tacchi delle hostess non erano neanche più fastidiosi agli orecchi della maggior parte dei passeggeri. Emma aveva preso un'aereo già dieci giorni prima, pagato quasi due stipendi assieme a questo, quello di ritorno, con uno scalo di 3 ore per tratta da sommarsi alle 7 ore di viaggio vero e proprio. Però l'aveva fatto col cuore in pace, all'andata, pieno di amore e speranze. Ovviamente il ritorno era invece un continuo vuoto d'aria nel suo petto. I sentimenti erano ormai in discesa libera, stavano puntando verso il triangolo delle Bermuda, precipitando, probabilmente, per scomparire per sempre. 
Perché l'uomo è un animale masochista e non impara dai suoi errori. 

Il ragazzo seduto nel posto accanto al suo la guardava piangere ma lei non se n'era resa conto, e continuava senza singhiozzi, solo con lacrime pesanti che, come paracadutisti, si lanciavano coraggiose. Ad Emma non piaceva piangere, ma era cambiata in questi dieci giorni negli States, era una donna ora, non una ventiseienne come le altre, lei sapeva stare al mondo, ora. Sapeva come gli uomini si comportano con le donne, ti chiedono di sposarti e poi vanno a fare uno stage in America e non tornano più. E hanno un'altra già dopo un mese, ma fanno ancora sesso su Skype con le donne che lavorano per potersi pagare il biglietto per andare a trovarli. Ma non tornano più. E ti lasciano sola nella tua città piena di ricordi di voi due, mentre loro stanno in un posto così' emozionante che si sono già dimenticati di tutti quei baci, quelle carezze e quei sospiri. Ti lasciano sola. 
L'uomo è un animale masochista. Lo sapevo, pensava Emma, lo sapevo che mi avrebbe lasciata e tradita, lo conoscevo bene, ma ho deciso di restare con lui, accontentarlo ed essere un'ameba, annullarmi per lui. Ma questo è il momento del cambiamento, questo è il momento di crescere. Ora sono una donna, ora so stare al mondo. Ho scoperto quanto sia facile essere animali, seguire solo i propri istinti e puntare a mordere al collo. Ora so cosa fare. 
E le lacrime cessarono improvvisamente. E il cuore si sentì meglio, e prese quota, e la soddisfazione prese il sopravvento. Emma era tranquilla, Emma era soddisfatta, una donna matura. Si girò verso la cabina, guardò arrivare la solita hostess che portava coperte e cuscini, era ormai ora di dormire, ma non riusciva a capire perché e da cosa fosse scandito il tempo nel cielo. E poi notò il suo vicino. Un ragazzo bello, coi capelli cortissimi, gli occhi azzurri e le labbra carnose; magro ma bello, che leggeva una piccola guida in inglese sul visitare l'Italia in un mese. Decisione per cambiare: attaccare bottone. 
"I don't think that a month is enought." dice con il suo inglese un po' troppo elementare. 
"Anche io credo che sia troppo poco, ma non mi pongo il problema." parlava italiano con un accento molto british, ma italiano. 
"Ah, scusa, credevo fossi.." la interruppe. 
"Sono uno scrittore, scrivo guide sull'Italia." ammiccò il vicino. "Ma sono italiano di famiglia."
Emma sorrise, arrossendo. "Scusa, mi capita di dare per scontato molte cose." 
"Tranquilla," lui la interruppe. "Sono George, o Giorgio se preferisci." Allungò la mano, educatamente, poggiando il suo libro sul tavolino del sedile. Giorgio Cecconi, recitava la copertina. Era l'autore della guida? 
"Emma. Il libro è tuo?" Chiese timida, allungando la mano e stringendola. 
"Certamente, insinueresti forse che io l'abbia rubato?" l'accento era divertente su certe parole un po' inconsuete ed Emma rise, doveva essere proprio l'autore del libro. Che fortuna trovarlo proprio lì, così bello e così famoso. 
Emma e Giorgio parlarono per un'ora di fila di tutto e niente, poi lui le mise una mano sulla sua e lei la strinse. Gli tocco la coscia e lei si bagnò, e vide che lui era eccitato. Mise una mano sotto la copertina e gli fece una sega, lui la guardava con gli occhi fissi e lucidi, le mise un braccio attorno e le afferrò il seno sinistro, lo strinse forte da far male. Venne, mentre Emma si bagnava fino alle cosce e si contorceva vogliosa. Tirò la mano fuori e si leccò le dita, e lui era di nuovo duro. Non parlavano più da venti minuti, solo piccoli gemiti e sussulti, nel silenzio del volo, i pochi svegli guardavano film con grandi cuffie. Ed Emma si ritrovò con due dita profonde dentro di lei. 
Venne ed arrivò. 

All'aeroporto si sarebbero divisi per due voli diversi, e si diressero diretti verso i bagno. Nello squallore del rumore di donne e bambini che passeggiavano, scoparono nella cabina del water, aspettarono il silenzio si sistemarono e si salutarono troppo in fretta, perché il volo di Giorgio sarebbe partito di lì a poco. Zurigo. Tre ore di pausa. Emma si andò a sedere, mangiò qualcosa e cercò di riprendersi dall'assurdità del gesto. Le piaceva davvero quel Giorgio? 
Il suo "Cercami, Emma." significava di cercarlo su Facebook. Ne era sicura. Sarebbe stato difficile. Invece fu sorprendente. Giorgio Cecconi, Romano di 67 anni era uno scrittore di guide sull'Italia che non aveva mai lasciato l'Europa. Suoi omonimi, né su facebook né online, non esistevano. 
Emma non sapeva stare al mondo, neanche in cielo. Ma non pianse del suo errore, si rassegnò. 
Siamo esseri masochisti, ma quando voliamo non buttiamo giù neanche una lacrima. Siamo masochisti, se vogliamo piangiamo piombo dagli occhi.

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