Cyber Love

Scrivendo quella mail ci mise tutto l'amore che aveva nel cuore. Ogni lettera era sospirata e desiderata come l'incontro che stava organizzando. Ogni ora che li separava da quel primo bacio, desiderato più dell'aria stessa, era struggente e pesante come una vita intera d'agonia; ogni momento che passava l'avvicinava al calore del desiderio. L'amore è questo, e ti strugge, distrugge. Ti scaraventa contro le rocce, come una forte onda del mare, poi ti culla e ti rincuora. Lui, scrivendo quell'ultimo ti amo di pixel e sensazioni vane, si sentì finalmente libero. L'avrebbe vista l'indomani mattina, senza orari per separarsi, per il lavoro, per cose da fare, per l'orario tardo. Sarebbe stata la loro giornata di riscatto, dopo mesi a cercarsi, dopo anni a sognarsi: era quasi giunta l'ora di amarsi veramente. E così sarebbe stato. Così sognava. 


Lui si mise a letto così presto da sentirsi un bambino, senza sonno, pieno di aspettative, paure, sogni, incubi, momenti. Una notte di burrasca, una notte di tormenta. Chissà come sarà la mia vita domani a quest'ora? Il sonno lo assalì, facendogli male. Più volte, durante la notte, si fermò il cuore. 

 L'indomani mattina fu il primo pensiero con la sveglia​, aprendo gli occhi, controllare la mail; come ogni giorno, cercò il buongiorno di Lei. Lo trovò, nessun rinvio. Si preparò senza impeto, tutto era stato perfettamente organizzato, si lasciò cullare dall'organizzazione che lei gli aveva creato: alle 8:00 a.m. fece una colazione leggera, la macchina del caffè fece uscire il caffè appena fu in cucina; alle 8:15 lo spazzolino elettrico gli lavava i denti e la lama gli faceva la barba. Alle 8:17 era in doccia e alle 8:27 era già asciutto. Alle 8:30 il suo abito stirato e profumato era fuori dalla sua porta, lo mise ed alle 8:40 era fuori casa. Lui, alle 8:45 era sul mezzo che l'avrebbe portato nel parco, dritto sulla panchina scelta. Erano le 9:00:01 quando lei scese dal mezzo. 
Il mezzo era una sorta di grande tappeto di quelli degli aeroporti, le strade erano tappezzate di mezzi. Lunghi capelli biondi, come il grano. Occhi marroni come la terra e delicate lentiggini, come piacevano a lui. Lei tacque durante quel lungo e agognato bacio, lui la stringe, e in quell'attimo decise di non lasciarla mai più. Mano nella mano, andarono verso il bar più vicino, fecero colazione seduti e guardandosi negli occhi, si sorrisero per tutto il tempo. Tutto fu perfetto. Tutto il giorno fu perfetto. 

La mattinata. Il pranzo. Il pomeriggio. Tornarono a casa di lui stringendosi la mano, senza proferire parole. Salirono con l'ascensore nel suo appartamento, senza parole laddove non erano necessarie. Lui l'aiutò a spogliarsi, e lei si mise a cucinare, nuda, la sua cena preferita. Lui accese il pc, mise un commento positivo per ogni cosa di quella giornata, il bar, il ristorante, il supermercato, la chiesa dove avevano firmato per il loro matrimonio e la puntualissima lavanderia. Aprì l'ultima pagina, restituzione gratuita entro 30 giorni, tre anni di garanzia, feedback entro 7 giorni dalla ricevuta obbligatorio. La chiuse. Cenarono stringendosi la mano, come quelle insulse coppie di anziani innamorati dall'infinito. Poi lei pulì la cucina, sistemò la casa e andarono entrambi a letto, sorridendo di felicità vera. Lei, con una lingerie bianca e delicata entrò nel letto, e vi restò seduta. 
"E' la nostra prima notte insieme" 
"Sì" rispose lui sorridendo, innamorato. 
"Domani vorrei dare un tocco di femminilità al salotto, è troppo da single." 
"Ok, amore." 
Lui entrò nel letto e le baciò il collo. "Errore." 
"Lo so, fra una settimana saremo sposati." La strinse in un abbraccio. 
"Errore" Lo sguardo di lui cambiò, fu perplesso. "Di che genere?" "Errore 060715" Si alzò e prese il manuale. Riavviare. Pronunciò piano la parola "RIAVVIO". 
Lei si addormentò e ricominciò l'attivazione dei suoi circuiti. "E' solo la prima sera." Sussurrò, riavviando sua moglie cyborg dopo meno di 14 ore di accensione, fossero state dieci glie l'avrebbero sostituita.

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