Ho rubato il tuo Cuore

Andrea stringe forte la mando di Caterina, non la lascia, è convinto a non lasciarla mai più. 
«Quindi» continua con la voce profonda, ogni parola è ben ponderata, tutto il discorso è impostato e deciso da tempo «voglio il divorzio, 'sta volta definitivo.» l'avvocato prende nota, mentre i singhiozzi di Carlotta, soffocati da sua madre, proseguono. 
 «Non ho altro da aggiungere» i suoi occhi vanno verso Caterina «e odio che voi mi abbiate costretto a portare Lei qui.» 
Si alza, senza lasciarle la mano e la trascina verso la porta. Caterina, con il vestito più adeguato che sia riuscita a rubare a sua madre, in questo caldo maggio, ha saltato la scuola. Ma non si sente più bella, più figa, ad averlo fatto, anzi. Caterina adora andare a scuola e Andrea lo sa. Infatti, pur se inseguito dal suo avvocato e quello della sua quasi ex moglie, allunga il passo, esce da quella villa che sa dovrà lasciare a quella donna che, poverina, non ha mai amato. Apre la portiera della sua auto e fa accomodare Caterina, le accarezza la guancia e le sorride, con quella bella barba e la fossetta sulla guancia. Lei risponde, quel sorriso la riempie di calore da ormai cinque mesi. Lui entra in macchina e guida. 
«Ti accompagno a scuola.» 
 «Ormai.. ho già saltato latino, matematica e fisica, avrei solo inglese e religione.» «Vuoi il tuo regalo di compleanno?» 
«Ma è stato la settimana scorsa.. E poi ora ho la collanina», dice lei, che non ha mai preteso nulla, neanche da un uomo, come è lui. Stringe fra le dita un piccolo brillantino, senza avere neanche idea del valore reale di quel piccolo oggetto; Caterina non ha mai avuto niente dalla vita, solo il sorriso. 
 «Ti avevo detto che quello non è un regalo di compleanno, era la promessa di fare ciò che abbiamo fatto oggi. E meritiamo un premio.» Andrea, invece, ha avuto molto di più. Una laurea facile e l'azienda di famiglia, una moglie che avrebbe fatto ogni cosa per lui, anche lasciarlo andare perché innamorato, davvero per la prima volta, di una ragazza di a malapena diciotto anni. Andrea guida, verso il lago. Quel posto che li ha sempre legati, senza sapere perché. E lì, sotto un albero ammaccato, che ricresce, poco alla volta, la stringe. Con tanta paura di toccarla, di sporcare la purezza di quella ragazza, la stringe baciandole la fronte. Aspetterà che lei sia pronta. 
«D'immagini, Andrea» inizia «un momento in cui noi abbiamo la stessa età. Un universo parallelo, il passato, o magari il futuro.» Sorride «E con tutto a nostro favore, non ci troviamo?» 
«Intendi in posti diversi del mondo?» 
«O peggio. Qui, vicini. Ma presi da altro.» 
«Non penso che funzioni così, Cate. Penso che le persone siamo legate..» 
«Sembra impossibile» 
«Tu non credi nell'anima?» 
«Non credo.» 
«Sei troppo piccola, forse.» E lei lo deride, 38 anni, ma romantico e sognatore. E lei, 19, deve insegnargli a Vivere.

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