Stai con me

Ormai le persone non hanno più tempo per nulla, leggere un libro troppo lungo non è più cosa di questo millennio. Ormai la gente non vuole più parole, vuole qualche immagine piccola e pixelosa con una frase commiserante, che faccia riempire di lacrime gli occhi. Il vestito rosa pallido contro l'erba si inonda di quella bramata violenza, di quella sudata giovinezza; i denti stretti, le mani contro il suo petto, chiuse in un pugno perfettamente sigillato: niente entra e niente esce, solo qualche respiro più affannato. Quando lui finisce lei non ha neanche cominciato. Lui si alza, si riveste e si gira verso il tramonto infilandosi nei jeans la camicia. Tirando su il suo intimo, Clara resta sdraiata sul prato fissando una nuvola che pare enorme. Le persone hanno bisogno di guardare le stelle per pensare all'universo; a Clara basta una nuvola per sentirsi relativamente minuscola, figuriamoci se il paragone fosse con l'infinito. 
Mentre sta in silenzio e fissa il cielo, Daniele pensa che sia in pace con se stessa e le sorride, ma lei non se ne accorge. Libellule. Si sollevano dal lago mentre il pensiero di lei torna al mondo reale, a quello vero: le persone non leggono più, la letteratura non fa più effetto su nessuno. Sono lettere che si susseguono in parole con basso significato e senso non contestualizzabile.
«Eh?» Clara si risveglia, Daniele stava parlando da un po', ma nessuna parola le è davvero arrivata in testa, solo le lettere che le formavano, distinte da diversi font e dimensioni. Annuisce, non sorride.
Poco dopo, in motorino, Clara indossa il casco così pesante da dover poggiare la testa sulla sua schiena, e Daniele lo fraintende, pare un abbraccio, degna conclusione di quanto c'era stato poco prima. Quel momento di amore si conclude con un gesti piccolo, per lui, pregno di significato. Mentre lei chiude gli occhi e riposa, lui sorride. Sul muro della stazione, quasi arrivati ormai a casa, Clara riapre gli occhi, riportata al mondo da un sussulto di Daniele, una risatina; ne cerca la causa, una scritta sul muro, una sorta di murales:
«Stai con me..rda»
Fantastico, pensa lui. Ridicolo, pensa lei.
Come si fa ad amare davvero più di una persona? Come fanno le persone che sono state innamorate pensare di poter provare ancora qualcosa di simile? Come si fa ad aspettarsi qualcosa di simile all'amore vero, quando lo si prova? Ci si sente cos' piccoli anche sulla terra.
Daniele cerca un bacio, ma trova solo una ragazza che sfugge con la testa piena di pensieri, ma lui ama pensare che lei sia scossa dall'emozione, quindi sorride, vedendola salire in casa con ancora il suo casco sulla testa e qualche ricciolino castano che sfugge. Il vestito sporco di erbetta e stropicciato ipnotizza lo sguardo perso di chi ha perso la verginità con la ragazza che gli piace e si sente ricambiato.
Ma non è così.
Lei pensa ad altro, un altro, un sogno. Resta con me, chiede al pensiero dell'altro mentre di Daniele le interessa meno di zero.
È così facile essere adolescenti?

Commenti