Corde di Violino

Caro amore,
Vorrei che tu potessi guardami adesso, ora, mentre mi stringe forte, col sudore che gocciola dalla mia fronte, i capelli bagnati di me, di lui. Vorrei potessi guardarmi mentre stringo forte la corda che non mi lega a te, e che, sottilissima, mi logora i polsi e l'anima, e sanguinano via i tuoi pensieri da me. Vorrei averti vicino, ma non di chilometri; vorrei allungare la mano e toccarti il cuore.
Mi stringe contro il muro e sento il tuo cuore adirato, ma lui mi fa sentire donna; mi fa sentire vera, non di pezza, non una bambola. Sento il bacio sul collo che sembra il tuo, ma più violento. Violenza, dalle sue mani che mi stringono le natiche, mentre scorre sangue dei polsi alti, scende e corre sul mio braccio, verso l'incavo dell'ascella e fa quasi il solletico, fa quasi male. 
Sbatto contro il muro mentre mi gira e mi schiaccia, mentre mi fa male, mentre di penso, Prende il mio corpo e ne fa ciò che vuole, come fossi il suo strumento, suona le corde del mio cuore, come vorrei suonar le note del mio amore per te, come fossi un violino, in silenzi che stridono forte, che urlano per la mia libertà legata; la libertà, stretta fra le corde, che, in vero, libera solo il sangue dalle mie vene.
Portami a casa, amore.
Tua.

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